Ti ha trafitto
il vento
quando l'anima
al sole
denudasti
Stremato e consunto
dal forsennato tuo
delirio
di scorie malvagie
Ad uno ad uno caddero
pesanti
i bianchi suoi petali
pezze nere ormai
di catrame appiccicose
Ti ha dilaniato
la luce
quando sbucasti
dal buio
ed insano
pertugio vitale
dove nutrivi
di stenti nocivi
e molliche viziate
la coscienza degradata
e di bagliori spoglia
Ti ha crocefisso
il grido
della terra torturata
intrisa e germogliante
di anime straziate
Steli cagionevoli
penduli e stanchi
dall'acciaio sordo
del tuo grigio respiro
d'alito ferroso
e senz'anima
Ti ha accolto
un lampo
di pietà abbagliante
Bianco lenzuolo
di fresche pieghe
increspato
avvolge il tuo cuore
malato e vuoto
come canna di palude
di melma incrostata
e trasudante
Dall'amore avviluppato
strangolato e spremuto
si scioglie
e gocciola lacrimoso
nel fondo
Si perde tra gli scoli
in mormorii
e tormentati rivoli
di vergogna e pentimento.