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Le fragilità più remote

Nubi nubi nubi
un paesaggio di rose
fuggire chi può
il vento fa volare le cose
ma non è riflesso
è solo vento
e queste sono semplici rose.

Campi battuti
riccioli spighe frumento
noi avevamo paura
offende la luce
spiraglio di giovani ombre
era solo cielo
e portava scarpe di fango.

Dovevamo passare
trovare il confine
cerchio della nostra anima
quella lingua di fuoco
benda di freddo sudore
avevamo solo paura
nel fango nelle rose e nel cielo.

Questi bracconieri
ci spingono a valle
nelle zolle, nell' erba che brucia
ci portano a diffidare di noi
ci guardano a vista
individuati nelle fragilità più remote
noi la sete che strappa le ragioni di vita.

Mondo mio
tu che rubi le rose
non lasciare questa terra
con un fardello di viole appassite
all' assordante rumore dell' orco
chiudi gli occhi e respira pian piano
lascia i tuoi rami di frutti maturi
addormentati e non prendere altro.

 

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3 commenti:

  • Fisix il 07/11/2009 15:56
    condivido.. ermetica alquanto.. ma espressivamente è ok! forse la struttura... vabbè complimenti!!
  • Edward Le Fou il 05/11/2009 22:20
    dannatamente ermetica, ma si sente una grandissima potenza espressiva.. complimenti!!!
  • Anonimo il 25/03/2009 21:33
    un po' confusa... ma forse è questo il suo fascino

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