Fuggirono divincolandosi dalle guardie e dalla gente,
corsero con gli occhi sgranati, più forte che potevano, lasciandosi graffiare e strappare i vestiti, emettendo grida d'animale braccato.
Corsero fino a sfinirsi ritrovandosi sporchi, nudi e ansimanti, uno di fronte all'altra. Si guardarono spaventati, lui si mise a piangere, guardando fisso il seno di lei,
lei affondò i denti nel petto di lui, lui pianse più forte e i morsi si fecero più lievi fino a diventare baci disperati, carezze impaurite e il pianto diventò un riso e poi un urlo di gioia, all'unisono immersi in quella struggente tenerezza fino all'ora negata.
"Quelle due bestie sono ancora lassù!", disse la gente, "sopravvivono su quella montagna arida e impervia dove nessun Cristiano potrebbe stare nemmeno per un giorno.
E allora ritornarono, ancora più cattivi, "per il bene di tutti!
I due matti li sentirono arrivare cominciarono a tremare, digrignarono i denti, si strinsero conficcandosi le unghie nella carne, rivoli di sangue percorrevano la statua di terrore che formava i loro corpi avvinghiati e le loro urla agghiaccianti oscurarono il cielo.
La gente si fermò atterrita dalle diaboliche grida... tornarono tutti nello lora case scure, chiusere le porte per proteggere i loro cari.
Ora i due pazzi leccano il proprio sangue, bevono la bava uscita dalla loro bocca, succhiano il sudore dai loro corpi, nutrendosi del loro proprio dolore fino a farlo comparire, fino a perderne ogni traccia.