Attimo grano di clessidra
incattivito dal restare o scorrere
gole strozzate, a sentirsi mancare
nel vetro cavo che non può attraversare.
Attimo nucleo di cometa
acuminato timore dell’ignoto
smussatosi a trafiggermi le rime,
porti la scia del giorno
il baratro, l’ansia del ritorno.
Attimo in cui ci si addormenta,
il solo che non si riesce a cogliere.
L’attimo si farà aspettare,
riverire, rincorrere
insensibile al vento dei cuscini
figlio comune a cento donne sole
frastornato dai baci schioccanti
di una frotta lasciva di baccanti,
seme eterno dell’Ora…
incorruttibile genio, non ancora.