Come quei rai che ammiravamo insieme,
così è fugace questo mio diletto,
che sfila giù dalla volta del petto,
preme l’anima al canto e dopo sceme.
Io non la cerco, di sua sponte viene,
(dal nulla imprime il tratto la matita)
credo sia inganno ma gioco è di vita
specchio di gioia d’amor e di pene.
Questa è Poesia, mio fragile cuore,
ed è il gioco di chi più di altri vive,
ed è il gioco di chi più di altri muore.
Tedio, speranza, poi tensione, amore
serenità e pace oh Gioie tardive,
celate morte! Celate il dolore!
2007 (da “Senza Timone” - 2000)