Un giorno uscendo di casa,
vidi dei podisti passare per la strada,
eran maschi ed eran femmine, giovani e non più tali,
ma erano tutti gioiosi ed uguali nel volere camminar.
La strada era quella antica di valle, percorsa da uomini e
animali che, col dorso e coi carretti, hanno nei vari tempi
trasportato e scambiato, tutto quel che è servito per poter
vivere quassù.
Quindi le pietre che vedi in terra sono lisce e, sui lati
risultan solcate, perché i carri con le ruote ferrate,
con fatica e per secoli son passati di qui.
I podisti camminano su un bel pezzo di storia,
ed è già una vittoria, calpestare questo suolo, ove
altri uomini un tempo, hanno speso energia e sudor.
Il percorso è segnato da vernice su rocce,
esce ed entra nella strada già detta,
fa salite e discese, taglia torrenti, argini e fossi
e corre pure in linea retta.
I concorrenti, che viaggiano in copia,
devono marciare in armonia tra loro.
Infatti qualcuno conta, un’ altro sbadiglia, però,
nessuno se la piglia e si diverton così.
I non più giovani controllano il ritmato fiatone,
e se pulsa veloce,
si procuran l’aiuto, di un amico bastone.
Si son visti gli over 70, salire per s. Vigilio di Bione,
i ricordi le forze buone e lo spirito alto,
gli hanno permesso di giungere lassù, dove:
i faggi del santuario, che hanno più di cent’anni,
li hanno accolti come fratelli, e regalato ombra ed ossigeno,
come han sempre fatto, chiedendo per loro solo un po' di rispetto.
Il percorso era stato ben scelto, i marcianti han camminato
in armonia ed azione
e non sospinti da una individual competizione.
Un grazie stampato, lo dobbiamo a tutti
gli oganizzatori che han dato il lor meglio, affinché
questa giornata,
poteva essere da ognuno con piacere
ricordata.