Accompagnato dai canti di Afrodite quel giorno
Il mio cuore marciava svelto per raggiungere il tuo
Per ricongiungerci e finalmente essere
Stessa carne, stesso spirito, tuttuno
Amore insvelato il nostro
Muto senza parole per nessun altro
Ma in quella uggiosa sera quell’infausto evento
Portò nei nostri cuori rabbia e sgomento
Ahi quante lacrime, lasciare gli occhi farlo
Il nemico vittorioso la discordia
Proprio in nessun luogo si trovò il nostro amore
Era lui armato di affilata e velenosa superbia
E voleva sfogare tutte le sue infernali sofferenze su di noi
Vedeva ormai il tuo cuore vacillante
E voleva ancora trionfare e riaverti come un tempo
L’avevo giurato
Mai più lui troneggi sul tuo cuore
E contro ogni sua sporca e insana macchinazione
Con tutte le mie forze lottai
Contro colui che mi odia per averti portato via da lui
La sua arma scelta,
si rivelò la sua fine
la superbia
Si rivoltò contro di lui
E fece morire il serpente.
Che nel suo stesso veleno annegò
A che serve la vittoria
In questa guerra senza vinti e vincitori?
Ora invece che non c’è più nulla in te
Il danno provocato nei nostri cuori è rimasto
Ferita lancinante che non remargina.
Solo un miracolo ci potrà vedere uniti ancora.
Che Dio mi perdoni delle mie bugie
Che gli hanno aperto la Via per la fine
Che io possa rivedere i tuoi occhi amore mio
Che tu possa fidarti di me.