Oggi sulla metro
ho rivisto le rughe
che lascia il tempo sul viso
di chi ha l’orologio fermo
come quei segni lasciati sulla battigia
che l’acqua marina scopre
quando si ritira con la bassa marea.
Rughe del tuo viso amato
fenditure tante volte accarezzate
con la speranza che sparissero
al primo tocco.
Oggi danzavano leggere
sotto la luce artificiale del neon
sembrava che fossero con me
sembrava che quelle rughe
chiedessero un’ultima carezza.
Poi, hai alzato gli occhi
ma non erano i tuoi
e sono sprofondato
in quel verde acquamarina
che mai saprà
del mio dolore.
* Dedicata a mia nonna. La persona che ho amata di più.