Rossetto sulla tua bocca
che reclama baci
è pece sulla roccia
che beve l’acqua.
I tuoi passi non flettono un filo d’erba
mentre inciampi e sbucci le ginocchia.
Il tuo verso inclemente
senza musica
finge la perenne giovinezza
di un bambino con l’aspetto del vecchio
Il mio occhio di démone
galleggia nel tuo invaso
e aspetta.
Tu chi sei?
Madida complice
da spogliare in una notte di vento
quando tutto è fermo
assicurato all’onda delle tue caviglie.
Deliziosa farsa
di teatro all’aperto, in tempo di mietitura
quando macchine e mani e morte
si mescolano sotto il sole arguto.
Sollievo d’ombra,
scempio di vita.
Vita.
A sera come un fiore
carnivoro alzi lo sguardo
il seno gonfio di accoglienza
e ti protendi.
Poi riemergi dal peccato.