Nella notte d'estate con innumerevoli luci
l'infinito m'avvolge e avvolge anche te,
mia piccola Giusi,
che osservi distesa l'affresco ancestrale.
Ninna nanna è il suono che s'ode,
ora più mite, ora più brado,
a tratti soave quasi orchestrale,
par che ti canti una dolce canzone.
È il canto supremo delle cicale.
Ma tu ancora parli, assonnata e confusa,
dei tuoi pensieri, dei tuoi ricordi,
di quello che è stato di ieri e di oggi,
di quella carezza che ti mancò quand'eri bambina,
di tua madre persa così piccina.
Ed un sospiro si leva dalle tue tenere labbra:
se fosse qui stasera... ad averla vicina!
Solca il mio viso una tremule stilla,
ma tu non la vedi, già dormi tranquilla,
soave e sicura tra le mie braccia,
ed il canto orchestrale sempre più mite,
per non destarti, ora pare che taccia.