"Toti", chiamava
e sotto al tavolo
nascondiglio si giocava.
Il piatto bello, non sbeccato,
apparecchiavo per lui
e ridevan gli occhi miei di bambina
nel ritorno della sera,
riportava l'odore del padre mio
garelli e nebbia
cemento e sabbia.
Quando la luna era buona
sopra la schiena stanca,
un giro intorno al tavolo
con mia madre
un valzer ballava.
E ridevan gli occhi miei di bambina,
ricciolo di lana
custodito dentro
nella pancia.
Ricordo d'un padre
tenero
mio bello.