Un giorno il destino incastrò in un breve alito di tempo,
fra le sue pieghe, un fragile granello di sabbia,
impaurito dal caldo soffio del vento, che percorreva la tua mente e la mia pelle si perdette.
Trasportato da vortici d’aria bollente, nei nostri affollati deserti,
vagò senza sapere dove fosse l’orizzonte,
lo travolse la tempesta, scalfendolo con infinite linee,
lo annegarono senza pietà violente onde dell’oceano,
misteriose volte si crearono al suo interno.
Lo bruciò il fuoco di immense foreste in fiamme,
poliedrici angoli si componevano in un agitato caleidoscopio
ma nel loro viaggio senza sosta,
i miei venti ed i tuoi s’incontrarono ancora, esausti
nell’immobile silenzio della bonaccia.
il granello sussultò, le linee infinite si piegarono in angoli
si sentì forte, in grado di sfidare il cielo,
un fragile lacrima lo accarezzò, rispecchiò il mare e il cielo,
un prepotente raggio di sole lo penetrò
la luce lo illuminò, divenne puro, divenne cristallo.