Stendo i miei pensieri
rivolti a te
su fogli di carta,
una lacrima mi fa da inchiostro.
Le parole compaiono
da sole
in maniera confusa,
prendono vita
si ammassano
accostandosi
l'una accanto all'altra,
fino a creare una nostalgica poesia
che, se recitata,
diventa musica
melanconica
come un vecchio tango argentino.
E in ogni verso
compare il tuo nome.
Vedo sciogliersi i miei occhi
nella realtà di un libro.
Ti penso
con l'animo dell'amante,
ebbra di lacrime nude
e cruda speranza,
dentro il bugiardo silenzio
del tempo
e della mancata sincronia
delle ore taglienti.
Mentre racchiudo
in una geometrica tristezza
questa necessità
di averti ancora accanto,
c'è un dito di giorno
sul confine
delle nostre promesse.
A distanziarci
rimane l'ombra
che s'incunea
tra noi,
lo spazio vuoto
del nulla
che di sé lasciò la sabbia
precipitata
in fondo alla clessidra.
Sono consorte
di questa mia poesia
per te.
Sono creatura
che ha i tuoi occhi.
Tu diventi emozione.
Leggi il libro
in cui ho riposto i versi
del mio capriccioso gioco
d'amore;
troverai il mio nome
scritto tra le righe
ed ogni volta
che sussurrerai
le parole del libro,
sarò io
a muovere le tue labbra,
con le mie.