Le nubi
avvolgono il tuo esile
corpo divino,
mentre danzi nel silenzio.
La voce dei tuoi passi culla
le fronde cristalline di rugiada,
accarezzando il manto castano delle cicale,
per poi risuonare
sorda
sul mare.
Fioca sulle città
di nebbia.
Lo fai
per me, luna
che ti tocca con la luce
delle stelle.
E mi sembra di sentirti
sfiorare le mie dita.
Le mie labbra.
Sorrido.
Chiudo gli occhi e ti vedo osservare incuriosito quel mondo
che, incatenato a questo cielo,
non avrai mai.
Ma ora no,
non in questo istante dove siamo liberi di volare insieme
oltre i venti del destino
che ci fanno così lontani
nella nostra notte.