Ho attraversato tutta la brillante città
estranea.
In mano solo le sue parole
di una notte d’inverno,
quando si strinse a me
per fuggire dal mondo.
Mi chiedevano protezione
quegli occhi lucidi,
tremanti,
le labbra calde e morbide che non esitai a tradire.
Dimenticare.
Eppure lui era lì,
seduto sul mio letto ogni volta che tornavo
alla casa
ferita e delusa di amore in amore,
come a rassicurarmi: “ io ci sono, non aver paura”.
Non ho mai capito quanto fosse importante,
fino a che, allontanandomi con il tempo, l’ho perso.
Ed ora ti cerco,
che è già sera,
tra la gente che va avanti,
su questi colli troppo grandi
per poter regalare un fiore.