Solo mezze misure
monete in aria rotolano incerte
A dar responso se chiudere le porte,
vanamente a viverti in due
o aprirle e contendere la sorte.
Unici, eterni inverni,
quando ti immergi in quei brevi giorni
di nevi grigie tra indistinti vespri,
di gelide notti, d’impavidi porcini…
li cucini ancora o non li ricordi?
Uniche, eterne estati,
Divorati i timpani da grilli,
da infantili strilli
per i castelli effimeri
che piedi e vento e tutto
hanno demolito…
E vuoti di birra senza fine
E risvegli di marini mostri
per il nuotare al largo
e il letargo meritato d’orologi.
Uniche, eterne stagioni senza senso
che, in compenso, alludono a betulle
erette ferle a metà cammino
in groppa al declino
che in fondo tale resta
se imprevista gelata lo sopprime
come pulcino:
rara è la chioccia dalle eque ali.
Mezze misure non vivrò mai più
e come cadrà moneta poco importa
Perché il suo taglio poco m’appartiene…
Non esiste cometa senza coda
e una coda sola resta indietro
oltre quel vetro a rammendar ricordi…
Mozzo o ammiraglio
d’una nave vera
vecchia o novella
ma comunque intera
come il mare che taglia
e dietro poi si incolla.