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Il ponte di Mostar

Caduto il blu
dal cielo armato
strappato i fiori
sulle vesti merlate
reciso i boccioli di rosa,
caduto il ponte col suo guardiano
la bianca bandiera più non sventolava
un tonfo ancorato
dentro la Neretwa,
poi alberi di pietra
steli bianchi e croci
sui boschi nei monti intorno.
I piedi
non posano sull'erba
rotto
il gioco degli aquiloni,
urlava il cielo al suo mondo
che voltato ha lo sguardo
in quei tristi giorni a Mostar.
Composto ora il ponte è ritornato
ad abbracciar le vite, ma dentro
spezzata
l'anima è rimasta.
Cerco gli occhi e scopro
nel suo bazar
il viso di Safet
che riversa parole e lacrime
ancora ora dentro la Neretwa,
ascolto l'urlo del suo cuore
tanta rabbia e dolore.
E non si può capire mai
mai
si potrà capire
l'idiozia dell'uomo
quando armata
fa la sua vita.

 

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5 commenti:

  • Anonimo il 16/10/2009 19:40
    la guerra è sempre un argomento degno. in ricordo di chi ha perso la vita. una poesia
  • miryam maniero il 29/05/2006 15:25
    .. riguarda l'esperienza avuta in un campo profughi in bosnia durante quella guerra, e l'agosto scorso sul ponte di mostar rividi il caro Safet.. e mi è scoppiato il cuore..
    grazie giovanni, ciao miryam
  • Giovanni Di Girolamo il 12/05/2006 21:56
    Molto bella...È tratta da un fatto vero? Riguarda il conflitto della ex-Jugoslavia?
    Se ti va, leggi qualche mia poesia.

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