Caduto il blu
dal cielo armato
strappato i fiori
sulle vesti merlate
reciso i boccioli di rosa,
caduto il ponte col suo guardiano
la bianca bandiera più non sventolava
un tonfo ancorato
dentro la Neretwa,
poi alberi di pietra
steli bianchi e croci
sui boschi nei monti intorno.
I piedi
non posano sull'erba
rotto
il gioco degli aquiloni,
urlava il cielo al suo mondo
che voltato ha lo sguardo
in quei tristi giorni a Mostar.
Composto ora il ponte è ritornato
ad abbracciar le vite, ma dentro
spezzata
l'anima è rimasta.
Cerco gli occhi e scopro
nel suo bazar
il viso di Safet
che riversa parole e lacrime
ancora ora dentro la Neretwa,
ascolto l'urlo del suo cuore
tanta rabbia e dolore.
E non si può capire mai
mai
si potrà capire
l'idiozia dell'uomo
quando armata
fa la sua vita.