Se quel giardino
Potesse parlare,
Così
Come fecero quei bambini
Quel giorno autunnale,
Forse
Non sembrerebbe strano
Alle rose
E alle viole
Il loro apparente silenzio,
Che ora regna
Sovrano...
Bisbiglio in principio,
Poi
Silente chiasso
Fecero gli sguardi
Più che le parole
E le labbra
Bevvero dai loro stessi occhi,
In forma di goccia di salata gioia,
Risa e palpiti
Da calici di gigli...
Giocarono nei petali
Che profumati verbi tramutarono in musica,
Dolci note nell'aria
La febbre aumentarono,
Sfinite carezze infine
Riposarono...
Pensarono poi,
Inebriati
Dalle loro stesse
Risa,
Che il tempo del ritorno
Avrebbe solo prolungato
Quell'attimo che ora li separa,
Da un altro viaggio
Nel giardino
D'acquarello
E coriandoli di sogni
Lanciati non più a caso,
Nel paradiso di carta
Mai
Abbandonato...