Sono, nella stanza dei ricordi
in sottofondo la patetica di Beethoven
e forse un po patetico lo sono
nella mia stanza, affiorano i ricordi
di me, dei miei fratelli bambini
e mio Padre, povero Papà
quanti problemi, per tirarci su
col suo lavoro di bravo orologiaio
riuscivamo a malapena a vivere
poi, quando le cose andavono un po meglio
un triste giorno di maggio, e venuto a mancare
una perdita, che non si può colmare
nella stanza, avverto una presenza
è lui, mio Padre, che vuol da me sentire
quello che mai ho saputo dire
ti voglio bene Papà, ti voglio bene.