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IL TESTIMONE DI UN AMORE
Sdraiata
su un letto
d'avorio
divoro unghie
ed attimi eterni.
Non resisto
al richiamo
solenne
di un tramonto
d'ambra vestito
e mi accosto
al vetro
di una finestra
che da sul mondo
mandando
in avanscoperta
il viso di
tutti i giorni.
Profumo d'ottobre
accarezza
la mia pelle
d'acciaio
ed il rumore
struggente
delle macchine
in corsa
riempie
i miei vuoti.
Chiudo gli occhi
di lince
che tanto
hanno pianto
pezzi di ferro
di gioie maldestre,
chiodi arruginiti
di un amore incostante,
e lastre di pietra
di pesanti dolori.
Sento inciampare
il mio presente
mentre gioca
a mosca cieca
con il passato
ed il futuro
e bramosa
di risposte
cocenti
mi pongo
domande
sui miei clandestini
risvegli.
Scrivo quello
che rimane del
mio nome
sul vetro umido
e vedo riflessa
l'immagine
audace
di una giovane
donna ribelle.
Non sono più sola,
anche la foto
istantanea
di me
in questo vitreo
specchio
lo dice.
Accarezzo
con cura materna
il pancione
a luna crescente
e sorrido
pensando
alla piccola vita
ruggente
che mi scorre
dentro.
E indifferente
al brontolio
del volgo,
penso al nostro
sigillo d'amore,
a nostro figlio,
nostro eterno testimone.
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