Entravi nella stanza lentamente,
piccolo lume dalla luce fioca.
Azzurra era la veste,
azzurri gli occhi,
sì come l’onda
che cullò i tuoi sogni.
Mi guardavi in silenzio,
dolcemente…
In quei gelidi giorni di gennaio
intenta alla mia tesi me ne stavo:
sembrava quasi non vedessi niente;
mi guardavi, così, forse pensosa,
tu freddolosa, pallida,
e certamente stanca
per quella malattia
che ti minava.
Poi prendesti la giacca,
quella gialla,
me la ponesti sulle spalle.
Ed io sembrava non vedessi niente,
ma accettavo quel gesto
immensamente.