Vorrei significar stì tagli-scuola
che da tre mesi circa a questa parte,
in ogni dove, son una parola.
Sì ch'io chiamerei, da me, in disparte
i deputati dell'accorpamento
e a loro, ingiungerei: "Da chi diparte?
Chi s'avvantaggia e chi ne fa strumento,
di questi tagli alla spesa d'istruzione,
in un paese c'ha il suo parlamento
fatto di santi, senza religione,
che non distinguon Quarto di Giuseppe
dal quarto di chiaretto del beone?
Ma poi, pensando quel che già si seppe
della storia del mondo e della nostra,
di Pluto (o di Pluton?) "Satàn aleppe",
i corsi ed i ricorsi della giostra,
che 'l Giambattista, illuminato vate,
storico insigne, filosofando, mostra,
sovvienmi che, da sempre, è sol l'abate
che spadroneggia dentro il monastero
e all'ignoranza d'abatin e frate
nessun mai, pose fin col magistero!
Che troppa scuola induce a comprensione
dell'ignominia dello Ministero
e può portare all'abdicazione...
e poi, con la parola "comprensione"
non si sa mai dove si va a finire,
poiché rimeggia con "rivoluzione",
che l'è una roba che non s'ha da dire!