Occhi di nere perle rare,
ciglia folte e lunghe
che toccano il cielo,
larghi come campo d'arare,
guardano nell'infinito
senza ombre,
dietro l'orizzonte
ancor il sereno.
Esile il suo corpo di giunco,
forti, robusti
i suoi rami di quercia,
che sfiorano il cielo sognando.
La osservo inebriata,
le sue movenze
di donna sicura e decisa,
che guarda il suo tempo.
tra sogni e realtà.
Questo suo tempo
che sfugge dalle mie dita.
ogni sera,
quando uscendo,
chiude la mia porta dietro se.
Si ormai lei donna!,
Rincorre la sua vita,
ed io col sorriso
fiero di madre,
la saluto col cuore in gola.
Per me
lei sempre
la mia bambina.
.