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Nessuna traccia di idee
Stanotte sono stanco.
Ho perso tanto di quel tempo a fissare la strada
che la voglia di scrivere se n’è andata tra le crepe dell’asfalto.
Vabbè,
avrò scritto qualche parola in meno,
ci penserò
quando sarà il momento
di contare
i milioni di versi
che ho buttato giù
nell’oscurità
di notti cariche di lamenti,
notti impregnate di suoni
tutti diversi tra loro,
ora gioiosi
ora tristi
ora soltanto suoni
privi di sentimento.
Notti
in cui ho bevuto da solo
nel silenzio illogico
di momenti sprecati.
Notti
in cui mi sono aggrappato
al ricordo
o alla speranza
o a qualsiasi cosa
potesse somigliare
a un salvagente.
Ho fissato la strada stanotte,
pregando Dio per un’idea
che non è mai arrivata.
Qualcuno si è introdotto
nel mio spazio visivo,
un uomo dalle maniche corte
e i muscoli gonfi
mi ha urlato:
-ehi, che cazzo hai da guardare?-
mentre la sua amica rideva
e scomparivano barcollando abbracciati
dietro l’angolo più vicino,
inghiottiti dal buio,
invidiati da altre solitudini.
Poi è stata la volta di un vecchio
dai capelli ammuffiti.
Si è appoggiato ad un palo
e credendosi non visto
si è toccato l’attrezzo,
mentre una bionda dalle gambe di seta
ancheggiava qualche metro più in là.
Mi sono sentito una spia,
sono andato in camera da letto,
ho acceso la tv.
L’immagine è comparsa dopo qualche istante
di buio più chiaro,
di buio scintillante,
farfalle di luce soffusa
instabile.
Poi,
suoni e colori,
suoni e colori,
di idee nessuna traccia.
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