Ti ho incontrato, Gesù, stamani alla fermata del tram.
La barba incolta, la folta chioma arruffata,
il corpo rannicchiato in un solitario abbraccio:
dormivi all’addiaccio.
Ti ho rivisto poi arrancare per le vie della città,
tra passi frettolosi e sguardi assenti,
nella frenetica corsa che conduce al nulla,
in questo mondo buio che dell’indifferenza è la culla.
Ti ho sorriso sui gradini di una chiesa,
ma i tuoi occhi erano socchiusi
e recitavi sommessa una preghiera;
ansimavi, ma eri rapito da una recondita armonia:
forse ti stringevano le braccia amorose di Maria.
Quanti volti ignoti sui sentieri della nostra vita!
Segnati dal dolore, dall’indigenza, dalla solitudine;
rigati dalle lacrime o solcati dal tormento
di chi ormai non spera più.
Mille volti che hanno un solo nome: il tuo, Gesù.