Frastornati da spot pubblicitari,
abbagliati da ammiccanti
insegne luminose,
noi, aborti di speranza,
ci aggiriamo
nell'anonimato cittadino.
Ingoiamo acerbi
Frutti di solitudini,
beviamo a fonti inquinate
di egoismo
e delusi trasciniamo
valigie vuote
di fraternità.
Ci scuote improvviso
un fischio acuto:
ripassa il treno
del primo Natale
della storia.
Anche ora,
sei Tu,
o Signore,
che trepido,
speranzoso
attendi ancora
la nostra travagliata
nascita all'amore.