Come un cane fedele
l'eco dei passi mi seguiva ritmato
nuvole di polvere gravitavano basse
esplodendo al ritmico incedere.
Segni del tempo univano con tele di ragno
gli oggetti più disparati.
Con il gelo nel cuore tornavo in quella casa
chiusa ormai da anni.
Troppi.
Ma mai abbastanza per poter cancellare il ricordo
le urla
ancora una volta.
L'ultima.
Chiusa nello sgabuzzino
giocavo come sempre allo zecchino d'oro
premendo forte le orecchie
cantando a squarciagola
stanca di sentire.
Impotente.
Tu, come sempre, umiliata e livida
venivi a coccolarmi e a salvarmi dalla mia prigione di musica
"Noi ci amiamo e questo conta più di tutto".
Lo ripetevi sempre.
Non quella notte.
Mentre una luna assassina come una lama
tagliava in due la stanza
il vento della rassegnazione piegava gli oleandri del giardino
piegando anche me
curva sul mio dolore ripetevo
"Noi ci amiamo e questo conta più di tutto".