Tornammo, sì, a parlar del nostro nulla,
di sole e luna e morte e vita e morte,
di luce, ombra, ferro, sangue e sorte,
del nero, d'ogni fine e d'oltre culla.
Non fosse vita vecchia, ma fanciulla
che giochi ad invecchiare e faccia corte
le ore che separano da morte
la piana di quest esser, tanto brulla.
Trasporta il vento nebbia, col dolore
pesante e insofferente ch'essa cela
nel grigio opaco e freddo suo colore.
Del niente è faccia tiepida ed invera
che va ad attanagliare chi non muore
finchè lo coglie morte, o coglie sera.