Sollevo il mio viso dal sonno
alla fioca luce del giorno e,
m’asciuga gli occhi
la lieve brezza del mattino
si, ch’ io possa scorgere
il levarsi del sole:
come fata vestita di rosa,
l’alba,
alza il braccio oltre la montagna
e, sparge nell’aria aurea polvere.
Il cosmo vien sfiorato
dal tocco suo incantato.
Sospira la cima del monte
scuotendo i cirri vicini
e briciole di pane tostato
volano sui tetti rossi delle case
ancora addormentate.
Si svegliano gli alberi e,
frivoli sciolgono le loro chiome al vento.
Nel suo chiarore persino s’ode
il fremito di un fiore che sboccia,
un bisbiglio dell’erba con la rugiada.
Nel suo stesso riverbero
l’alba si rivela e… si perde…
nell’attesa del domani.