Seguono con lo sguardo preoccupato
i figli, mentre lasciano il selciato,
camminano di fretta lungo il giorno,
e inciampano nei panni che hanno intorno.
I loro sogni chiudono tra nuvole di vapore
su pentole che rigirano per ore.
Poi, le vedi, accostarsi quiete, dietro un’imposta
e lì pare, che attendano risposta.
S’ allarga e si stringe la speranza
così, come il respiro sul vetro quand’ avanza.
Con aria un po’ svagata, alzano il viso,
spiano le nuvole, il sole e un suo sorriso
ma, le sorprendi a gioire tra le tende
nello scoprir la neve mentre scende.
Che bimbe!
Sussurrano pian, piano,
un cantico lontano,
nel fissare sul bianco dell’esterno
un perduto gioco che pare esser eterno.
In fine, quando è sera,
tutte le fatiche adagiano a maniera:
scuotono e piegano, uno ad uno, ogni lor male,
e appoggiano lievi la testa sul guanciale.
Le mamme, quasi sempre,
aspettano,
prima di dormire…
han sempre la smania di capire!
E meditano sui pensieri del giorno
e, si chiedono e, si rispondono
e, quando proprio non sanno,
si arrendono e lasciano tutto al sonno.