Qualunque cosa sia,
qualunque ragion di vita
e quanto cagiona,
porta a solitudini
a comuni e affollati capolinea.
Alla leggenda comoda
di una altra esistenza
che per sua incertezza
ingozza come polli
chi non sa dire altro.
Là miscuglio doveva iniziar prima,
nel boato dell'adolescenza
ove esistono schegge
che lì per lì non senti penetrare
nell’altro penetrare
al sapore del laudano nel rum.
Ma la saggezza e la vita
occultano il tutto
per dar frutto a mille confusioni
e portare a ragionare in altro modo.
Si va a letto, che sembra un vecchio stanco,
tirando conclusioni su un ammanco
che sai da dove viene;
facendo bilanci dei bilanci
e per quanto basta si può stare bene
almeno nel viaggio,
se dimentichi o ti fai convinto
che il coraggio sta nelle leggende.
In guerra ti sparano addosso
soldati che devono farlo
-io non ti conosco, perdonami fratello-
Ma quella è solo morte, non morire.
Morire è il boato che ascolti ad ogni 'alba
da quando le schegge si sono fatte strada.
E con le formule della notte prima
si fanno una fumata alla tua faccia.
Adesso sta a te, per quel che puoi,
legare buoi ai gioghi dietro un carro
rallegrarti per la formula trovata,
chiedere anche tu una boccata
oppure metterli avanti ad un aratro
e rassodare una terreno tanto sodo
che ti spezza le braccia,
gonfia i polsi
e il lento nodo ti dà più fastidio...
Eppure io di te non sono meno.