E scendono... lenti, avanzano,
nell’aria di una finita primavera
come fiocchi di tiepida neve
i giorni quasi uguali
di un viaggio incompiuto.
Eppure vado... e ci sei Tu,
con le tue distanze,
coi tuoi custoditi misteri...,
che non conosco e vivo.
Ti parlo... e mi ascolti,
Ti parlo... e non mi senti;
e come un’ultima preghiera
mi muore in gola...,
""aiutami a distruggerti, che io non posso!"".