Le sue parole strisciano come rasoi...
la mia carne ne è afflitta;
lente le lame scivolano la pelle
dolce dolore
inutile pazzia
frenesia d'amore.
Lenta e sottovoce la sua maledizione,
vedere e non poterla avere
sentirla, sfiorarla, toccarla
senza mai poterla avere.
La maledizione più perversa che gli Dei potessero affliggermi,
perchè ho peccato d'amare,
perchè ho amato con peccato
e per peccato sono stato condannato.
I suoi sguardi mi abbagliano e mi pungono,
la sua anima mi culla e mi pugnala...
un passo ancora, verso la morte.