Dieci agosto.
Io lo so perché tanto di stelle
nell’aria tranquilla
arde e cade, perché sì gran pianto
nel concavo cielo… ecc.
Così la prima vicenda
che mia madre,
sprovvista di fiabe
quanto anche io fui ,
mi raccontava per
lenire curiosità e
smania di imparare
il mondo
del bimbo che fui
e che la vita
crebbe troppo in fretta,
… o forse mai,
... ma solo ora, da poco,
so
che quei diamanti
splendenti
e fatui
che solcano
scie di fuoco
negli infiniti cieli
e ancora più nei
sogni umani,
attesi e invocati,
cercati e
a malapena
scorti,
sarebbero stati
per me
solo
il fantasmagorico
e tragico
fuoco d’artificio
che tu,
complice
con me,
accendesti
in quella beffarda
sera
per dare
gran festa
sulla tomba del
nostro
amore grande e perduto .
Ma, ugualmente,
fatalmente,
non fu un addio.