Quando, giovinetto udii
il viver quieto di uomini felici
al sole sparsi, nelle braccia
il sudore della forza e la fatica.
Fredda e incolta terra ignuda
sparge il vento seme di sterpaglie
tra campi colti lasciati vaghi,
ad abbellire le brutture,
che nel cuore cresce
nascoste da mille svaghi,
ciò che fu di te amato canto...
rimasto nei lontani giorni!
Ora, chiusi siamo dentro
scatole di cemento,
accatastati in file sparse
tra pezzi di ferro e rame,
circondati,
da lucernai di passaggio
si affacciano vecchi ricordi:
campi adorni di frumento
ondeggia, a raffiche
di vento silenzioso …
attende la mietitura
all’alba rossastra,