Stanco dell'inclinazione del mio ulivo,
recisi i tendini che intralciavano le mie danze
e vi cibai un giovane fuoco mattiniero,
sfilai la mia anima per tararla e pesare
gli sbagli che avrei commesso
viaggiando sul mio carro di giunchi.
In tal modo feci tante soste,
cambiai mozzi, cavalli e strada,
ma così solo, giunto a destinazione
non ebbi a maledire nessuno...