È nella potenza del tuo sguardo, che son caduto.
Esso fu degno di consacrare e ridestare,
ciò che Theofile Gautier scrisse per la sua “morta innamorata”.
Ciò che fu l’apoteosi dell’umana bellezza,
la ritrovo pienamente,
in tutte le divine alchimie
nella mia ripida discesa agli inferi
che i tuoi occhi verdi hanno sospinto.
È così ti ho davanti,
nell’immagine più degna di esser ricordata,
prim’ancora le tue labbra,
soffici artifici stracolmi di nettare,
ove per molto tempo ho spergiurato di morire sazio.
Ciò che hai scritto nel mio cuore è eterno,
indelebile alle tristi alluvioni di follia
che consapevole e mendace,
hai scatenato nella mia anima.
Non dir più niente. Non credo a niente.
Padre Nostro,
abbi pietà di me,
che per vivere ancora
ho deciso di morire.