Ti ho vista scendere le scale,
chiudere la porta alle tue spalle,
allontanarti, sparire.
Non eri tu in carne ed ossa
ma la mia immagine di te
espulsa dal mio cuore,
scacciata come un male oscuro,
riassorbita come un livido,
metabolizzata come un lutto, un dolore.
Gli sbagli sono parte della vita,
le illusioni sostenute da necessità crescenti
appaiono come ingannevoli oasi all'assetato.
Non tutta l'acqua è acqua però,
quella che ristagna può uccidere,
avvicinando il tempo del tuo partire.
Ma se le speranze sono fiori
basta capire quali annaffiare,
a quali cambiar la terra,
avvicinare alla finestra per il sole.
Svansiscono allora i mirragi.
Lontane appaiono oasi, vere.