Odo l’onda infrangersi
sulla conchiglia rapita allo scoglio
note grevi di flauto traverso
vibrate dal galoppo del maestrale
nel vuoto guscio privato di vita
risorto all’antica melodia
custodita dalla mareggiata.
Odo grida sgorgare
dai cuori rapiti all’innocenza
note acute di violino Tzigano
diffuse da bimbi sperduti
condannati da menti impazzite
a giocare tra morti smembrati
girotondi sulla terra che trema.
Odo il vento spargere
sui germogli riarsi dall’odio
armonie da un coro cantate
voci bianche che spiegan la via
alle anime grigie smarrite
nel percorrere l’umana follia
per serbare il candore dei cigni.