Tienimi nella tasca
dell’anima tua
mio dolce cuore,
abbandona il peso
del corpo tuo nel mio
che raccolto a chiocciola
s’avvale d’un solo respiro,
esausto e molle fra le corde
stirate del canto libero.
Tienimi nella tasca
dell’anima tua e non temere,
là dormirò appoggiando il cuore
al tintinnio d’un cristallo,
un lucido fulgore d’estate
fra le membra chiuse
che ridenti s’accontenteranno,
premute in flessione contro
il tempo, nel limbo fiorito
d’un prato, di gramigna privo.