Un’oblio costante generato dall’assenza di luce respirava nell’aria di questa stanza, ma ora il candelabro domina,
risplende,
vive eretto e stabile mostrando le sue meraviglie rese in sacrificio al bagliore di quelle piccole fiamme che cavalcano la cera in esaurimento.
Fiamma e cera,
Cera e fiamma,
una dualità rappresentativa, l’una vive sull’avviarsi alla disgregazione dell’altra e l’altra vive portando a termine la propria essenza per garantire la luce.
Entrambe servono inconsapevolmente non il principio chiaro ma l’unico elemento che maestoso si mostra nella visibilità presente.
Solo il tempo mi svelerà se una corruzione forse inevitabile distruggerà la collaborazione offerta calando ulteriormente l’assenza di luce o se l’ardore delle fiamme resisterà fino all’alba.
Ma se anche tornassi ad essere un’ombra nel buio, un nuovo giorno risorgerà mostrandomi il vero volto di questa stanza e forse, solo allora, capirò il perché di questa notte.