Leggera soffiava la brezza,
Dolce amorevole carezza,
Sul colle in primavera,
In quell’unica e magica sera.
La luna sorse nella sua interezza,
Con ella le stelle con gran fierezza,
Disposte in precisi e grandi cortei,
Ad illuminare il colle per dei e semidei.
Timido e impacciato spuntò sul colle un fiore,
Minuto fulcro d’universale fervore,
Piccolo e debole e dai petali rosa,
Con il vento la luna le dedico una prosa.
Nessun nome suggerì per te la brezza,
Neppure le muse parlarono dinanzi la tua bellezza,
Troppo bello per un nome pronunciato,
Piccolo fiore rosa innominato.
Al sorger del sole curioso e possente,
Il fiore la brezza colse dolcemente,
Posandolo in fine ove soltanto sarebbe vissuto,
Vicino ad un cuore puro e incantato.
Il fiore in quel cuore trovò il suo tepore,
Con esso crebbe ricolmo d’amore,
Debole e fragile come un sussurro del vento,
Puro e splendente come il mio sentimento.
Quel fiore io colsi un giorno per caso,
Lo colsi nell’innominabile dolcezza di un viso,
Lo colsi inconsapevole e d’improvviso,
Lo colsi e lo colgo in ogni tuo sorriso.