Slacciando
nel tempo i nodi
gli ultimi lacci di sandali francescani
Ho piedi gonfi
un male di me stesso
esacerbato
a lungo serbato
con cura conservato
in suola di vento
pronti ad esplodere
le scarpe sono fortezze e dolenti prigioni
Arrivi andando
camminando
raccogliendo rossi
frutti di bosco
felice come non mai
in piedi nudi alati
a nuda voragine
d’immenso
Un beato
entusiasmo d’un quarantotto sensoriale
t’assale
prendendoti alla gola
in cattura divina
esistenziale
Magia d’una antica mano
innata nel tuo essere
vibrante d’Amore in gioia
soave
di dolcezze accarezzanti
d’essere tornato a Un’ Io cosmico
un nomade
in un alone di luce
vagabondando senza scienza
in turchesi coralli
opalescenti