Dedicare il bilico statico,
Le eventuali scorie di sorrisi
E briciole d’amara intesa
Soffermandosi a leggere
Esplicite convinzioni,
Usurpando regni
Di dominanti sedi acustiche
Finezze perdute,
Lacci emostatici,
Costruzioni di plastica
E dubbi dalla cattura sopraffine
Un giurassico intendersi
Disperso e volontario…
Fingo d’incaricare le me stessa atletica
A sovvenzioni rocambolesche,
A fasci di luce come fiocine
Che trapassano istinti dimenticati
E foglie autunnali
Idiozia,
Trasferasi,
Impazzata disconnessione,
Permissiva solerzia a smettere
La diffusione genetica
Di soppesare ponente
E levante
Perizie di mal costume
E semplici rissosi sguardi
Partiti come da accelerazioni mistiche
E lasciati cadere
Come neve di paglia
In un cortile
Dal giardino di pietra…