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Ladri di cuori
Passo leggero con scarpe di raso
salti gaudente sul manto erboso,
fiero e divelto lo sguardo ribelle,
mira sprezzante la luce delle stelle.
Onde ramate ti offuscano il volto
soave fanciulla dall’intelletto svelto,
giammai pensasti di inciampar maldestra
mentre due occhi ti scrutano da una finestra.
Ligio il pensiero che ti occupa la mente
onesta compagna di chi è sempre presente,
ignora parole di zucchero e miele,
fuggi tra le braccia dell’uomo leale.
Striscia sottile con sorda movenza,
tentazione che inganna e getta la lenza,
codarda catturasti l’anima di colei che tanto avea amato
chi a fatica il suo cuore aveva conquistato.
Ecco si è insinuata inesorabile
trascina l’innocenza sua con forza inarrestabile,
passione avida rendesti la vittima una complice,
persa sospirante tra le mani del carnefice.
Abile ammaliatore di petali l’avvolgesti
e gli esili polsi a te legasti,
sapiente sfiorasti le cosce tornite
mentre ella vedea ghirlande fiorite.
Fu così che la bella prigioniera
perse le chiavi della cella di cera,
ordì infide trame il carceriere gentile
che ora ella abbandona il corpo al suo desiderio vile.
Lacrime amare bagnano il viso
di colui il cui amore fu tanto deriso,
tristi presagi si abbatteranno
su coloro che osarono tendere l’inganno.
Nudo rancore che affili la lama
tendi la morte alla mano che trema,
nutri il dolore dell’uomo infranto
e copri di nebbia ricordi d’incanto.
Mura di latte tendete l’udito
un crimine tremendo sta per esser compiuto,
fermate quei corpi che soddisfano il peccato
che fuggano lontano dall’amante indesiderato!
Rapida e feroce
è giunta la loro croce,
famelica assassina gelosa del loro amore,
odo lamenti soffocati e grida di terrore.
Dea vendetta che ora tace
rubasti a codesti giovani per sempre la pace;
muta cospiratrice di un animo turbato,
ancora non sei sazia del vuoto che hai scavato?
Giaccion distese le carni violate
mai più di vita saranno illuminate,
burattini malconci su un letto disfatto
accasciati morenti per un intrepido patto.
Incredulo osservatore di esistenze spezzate
brandisci ancor l’arma tra le dita rosate;
piangi insolente o sordido ingrato
a lei solamente ti eri donato.
Luccica la scure tra le mani dolenti
spezza il respiro e gli infiniti tormenti
di un uomo ferito che solitario amava
una venere di seta che la menzogna avea sposata.
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0 recensioni:
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Anonimo il 22/07/2010 15:08
c'è una musicalità meravigliosa e intensa, sei molto brava sai?
- secondo me: parte bene poi ad un certo punto cambia di ritmo dando l'impressione di essere stata scritta in tempi diversi e lontani tra loro... questo passaggio disorienta il lettore togliendo fluidità e comprensione al testo...
Anonimo il 30/05/2010 08:45
Bella poesia creata con intelligenza
- Poesia scritta con maestria e con tematica valida; il fruitore, però, non sempre gradisce un testo così esteso, si potrebbe, perciò, sfoltire un po' , a vantaggio principalmente della lirica!
- Un po' lunghetta...
- Buone Feste e 2010
Anonimo il 18/04/2009 11:23
Piaciuta anche se in alcuni punti perde il ritmo, ma mi rendo conto che non è semplice farla così ritmata
- Sono stupito dalla notevole musicalità della poesia. A leggerla d'un fiato sembra quasi di sentire la musica. Ed è anche davvero bella. Se mi permetti, però, verso la metà cambia il passo e perde un poco in vigore. Forse è un po' troppo lunga. Comunque bellissima.
- veramente bella... mi è piaciuta tanto così com'è
sarà perchè ogni tanto son lunghetto anch'io.
bravissima. kiss
- Molto bella e forte anche questa!! Piaciuta molto!!
- Potenza da ogni parola, senza privarsi di musicalità.
- una lettura che rapisce e incanta. piacere e complimenti. ciaociao.
- Letta e riletta. E devo dirti che mi è piaciuta molto la raffinatezza del verso e l'accurata musicalità. Hai la stoffa per essere una brava poetessa! Un cordiale saluto, Fabio.
- A mio parere la lunghezza del testo fa perdere l'efficacia del significato. Apprezzata la cusa dei versi. a rileggersi. Dia
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