Il mio corpo disteso,
su rosse lenzuola di seta,
costretto all’immobilità.
Condannato a patire,
accarezzo il tuo corpo con lo sguardo.
Le tue dita, eteree,
sfiorano la mia pelle.
Aghi di dolore, lancinante,
invadono il mio corpo
teso allo spasmo.
Le tue labbra, calde,
infuocano terre inesplorate.
Agogno la morte,
attendendo trepido,
la tua compassione.
Dischiusa, su di me precipiti;
improvvisa valanga d’amore.
Ora muovo le braccia,
scacciando un ronzio.
L'ignori ma, sono stato tuo.