Come una libellula Ti vidi, una sera, volavi danzando.
Leggera, aggraziata, perfetta;
con forza, ballando tra rovi, irti di dolorose spine,
tra fiori colorati e siepi,
impossibile determinarne la reale direzione,
mossa da repentini cambiamenti di rotta,
con l'innata capacità di fermarsi,
continuando a danzare.
Pare che il tempo si cristallizzi ed il mondo cessi
il suo moto vorticoso,
solo un orecchio attento avverte l'incessante battito d'ali
e la conseguente naturale fatica,
come quando il sole muore dietro l'orizzonte per poi
risorgere ogni mattina.
Non mi resta che il solo rimirarti,
leggera, aggraziata, perfetta
con il mesto pensiero di non poter vedere
la Tua danza più bella,
che conservi, gelosa, nello scrigno,
posto, inaccessibile,
tra le pieghe del Tuo cuore.