Certe mattine mi sveglio col sole,
mi sento ruscello deciso e impetuoso,
zampillo energia e vendemmio sorrisi,
con due ruote e pedali d'amore
accendo il giorno con cuore gitano.
Arrivan poi le mattine di bruma,
quando oppongo scudi incolore
agli approcci gioviali dell'alba,
e, arricciata in capanne di luna,
affilo duelli fra istinto e ragione.
Incontro infine mattine ondeggianti,
in cui son volubile come farfalla.
Un vento pacato mi chiama e corteggia,
la brezza frizzante mi solletica il cuore,
tentenno fra un iris ed un dolce mughetto,
poi sprofondo in miraggi di porti di luce.
Intanto vivo e coltivo un giardino,
ho fatto macerie di rocche e di torri
confido ogni giorno in un raggio di sole,
che mi parli di fiordalisi e papaveri insieme,
invaghiti del canto frusciante di un sincero campo di grano.