È caduta la reale
tra i rifiuti dei plebei,
quanto le dovrà far male
lei sirena degli dei,
nelle ceneri più nere
senza avere un salvatore,
ma non certo per volere
del suo amante fumatore,
quel custode che or riposa
ma da sveglio fa diluvio,
e risponde a chi non osa
solo al nome di Vesuvio.
Resta fermo lo stivale
bravo solo ad osservare,
e anche dalla capitale
nessun cavaliere appare,
sono tanti i meneghini
intenti solo a giudicare,
come orobici e trentini
troppo presi a farsi amare.
Ma la nobile regina
ricoperta di brutture,
piange sangue ogni mattina
fra le urla e le paure.
Grida allor mondo crudele!
perchè il tuo capolavoro
brucia come le candele
per la gioia di coloro
che sono bravi ad invidiare
con un odio disumano,
chi si stende accanto al mare
sotto l'ombra di un vulcano.
Infinta è la mia rabbia
ti hanno uccisa e sfigurata,
sotterrata nella sabbia
mia sirena violentata.