Il tuo silenzio
è di parole mutilate,
orrendo eco di piombo
tra mascelle serrate.
Stagna la fronte bianca
su rotule dolenti,
e fissa è l'iride
della tua palpebra.
Come un tormento
il sibilo
della tua lingua asciutta,
che affila l'ombra
del dente avvelenato.
Mentre rantola il midollo
della tua coscienza,
tra violini stridenti
come capelli
arrugginiti.
Non mordere
la mia pietà.